Gottardi – Bognin – Emergenza personale nelle strutture sanitarie e sociosanitarie Le nostre proposte ai parlamentari veronesi sabato 29 ottobre manifestazione nazionale a Roma

Era il 2014 quando abbiamo denunciato pubblicamente con dati alla mano a quale rischio saremmo incorsi per una carenza di personale nelle strutture sanitarie e sociosanitarie nell’ambito della provincia di Verona, poi manifestatosi nella devastante apocalisse dell’emergenza COVID, riportando all’attenzione di tutti quale fosse la drammatica realtà determinata da scelte politiche legate a demagogia e scarsa capacità di prospettiva futura.
Oggi la situazione è peggiorata anche per la provincia di Verona, malgrado sia una delle province più ospedalizzate d’Italia e con un’alta concentrazione di servizi sociosanitari; quindi, la necessità di attenzionare i parlamentari veronesi su una crescente mancanza di personale in queste strutture e la distorsione creatasi da scelte sbagliate.
Infatti, la programmazione fallimentare in termini di fabbisogni con gli stringenti vincoli sulle assunzioni hanno causato tutto ciò, per questo motivo svolgeremo una manifestazione nazionale a Roma sabato 29 ottobre assieme anche ad altre organizzazioni sindacali del comparto della sanità dal titolo “Sanità, se non la curi non ti cura!”, con un’articolazione di proposte da avanzare al governo.
La situazione odierna costringe le aziende pubbliche sanitarie e sociosanitarie a ricorrere a liberi professionisti per evitare l’interruzione di pubblico servizio, creando forti tensioni fra lavoratori, da una parte i dipendenti che garantiscono turni e servizi incardinati in regole stringenti, con un aumento di tensione che si ripercuote sui servizi, dall’altra chi gode di un regime da libero professionista più svincolato ed economicamente vantaggioso.
Questo sistema ha modificato profondamente il rapporto tra azienda e dipendenti che, oltre a risultare meno conveniente, altera il rapporto di fiducia, di correttezza e buona fede, generando una costante migrazione di lavoratori che mette seriamente in difficoltà il sistema generale, un ulteriore campanello d’allarme verso un sistema liberale difficile da governare, dove il singolo professionista rincorre le migliori condizioni economiche a scapito della riduzione dei volumi di attività del Servizio Sanitario Nazionale che possiamo riscontrare nella privatizzazione del sistema salute.
Servono regole precise per non scaricare i costi sui cittadini, è necessario limitare l’aumento della spesa sanitaria determinato da scelte sbagliate, come il costo orario di qualsiasi rapporto libero professionale che non può superare il costo del lavoro di un dipendente.
Il sistema attuale non permette a molti cittadini di curarsi; quindi, scendiamo in piazza per chiedere al governo di confermare la tendenza di crescita del Fondo Sanitario Nazionale per colmare il grave gap creatosi con il definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, fornendo risorse per un piano straordinario per la stabilizzazione e l’assunzione di personale per il sistema pubblico oltre a valorizzare quello già presente così da bloccare l’aumento vertiginoso delle spese di acquisto di beni e servizi da privati.
Se non curiamo la sanità con una contrattazione decentrata che valorizzi il personale rischiamo di arretrare in questo settore fondamentale per la nostra società, e Verona rischia come il resto d’Italia un’inesorabilmente declino.
La partenza di un governo è un momento importante per lo sviluppo della politica dei prossimi anni, chiediamo ai parlamentari veronesi di prendersi carico di questo problema che incide profondamente su tutte le persone che ci lavorano e su coloro che usufruiscono dei servizi.

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