Ragno – Gottardi – Situazione delle strutture residenziali per anziani a Verona e nel Veneto

Le strutture residenziali per anziani formate da Centri anziani e Case di riposo, pubblici e privati, hanno subito crisi pandemica, difficoltà di reperimento del personale e ora la bolletta energetica, una triplice crisi alla quale si va ad aggiungere la mancata riforma delle IPAB per il settore pubblico e il problema dei molteplici contratti che creano una differenza negli stipendi e regole per il personale impiegato, da cui deriva l’aumento dei trasferimenti per la ricerca di un posto di lavoro più remunerativo.

Questo determina difficoltà al sistema e un costo indiretto per le strutture, che va a minare il delicato equilibrio che rischia di sgretolarsi se non ci saranno le opportune correzioni che la politica dovrà attuare, come la prevista revisione del sistema pubblico prevista entro fine anno da Zaia che dovrà tener conto dell’apporto delle organizzazioni sindacali per l’attuazione.

La gestione della non autosufficienza nella popolazione anziana è una condizione che interessa cinquemila famiglie veronesi che hanno un familiare ospitato in struttura, serve la trasformazione di questi luoghi in Aziende pubbliche di servizi alla persona, integrandole con i servizi diurni.

Le lavoratrici e i lavoratori delle strutture residenziali per anziani veronesi vanno tutelati, sono una risorsa che si è evoluta nel tempo e che ha dimostrato anche durante la pandemia, con la mancanza di dispositivi di protezione individuali e tra mille difficoltà, di aver mantenuto dignitosamente i servizi.

Ora la Regione Veneto non deve riformare le Ipab senza ascoltare chi ha mantenuto questi servizi e il sindacato che li rappresenta, serve una discussione ampia e partecipata per come sostenere le dotazioni organiche ed evitare continue migrazioni di personale, garantendo la sostenibilità economica e sociale.

Avevamo già sostenuto prima dell’emergenza le carenze normative e di personale, poi manifestatosi nella devastante apocalisse dell’emergenza COVID, riportando all’attenzione di tutti quale fosse la drammatica realtà determinata da dalla carenza di scelte e scarsa capacità di prospettiva futura.

La situazione odierna costringe gli enti e le aziende sociosanitarie a ricorrere a liberi professionisti per evitare l’interruzione di pubblico servizio o personale straniero che non sempre ha le competenze adeguate, oltre alla lingua, creando forti tensioni fra lavoratori e un servizio al cittadino non sempre adeguato.

Serve una revisione del sistema accompagnata dal sindacato, per evitare ulteriori scontri sociali, per riportare equilibrio e regole precise nel sistema della residenzialità per gli anziani.

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