Il personale ci riferisce che pervade il timore che, pur provando a tenere la barra dritta, andremo comunque a schiantarci.
Perché il nuovo sistema operativo che la Regione Veneto ha inteso adottare per tutte le strutture della Servizio Sanitario Regionale è certamente più evoluto, dichiara Stefano Gottardi Segretario Generale Uil Fpl di Verona, ma per renderlo funzionale e trarne profitto da subito sarebbe servito una buona messa a punto su una realtà più piccola e molto tempo per poterlo utilizzare adeguatamente.
Il clima nell’ospedale di Verona si sta surriscaldando, sia per l’utenza che non è disposta ad aspettare per “problemi tecnici” e si sfoga con il personale che porta ancora i “segni” dell’emergenza covid, il quale non riesce a vedere l’opportunità positiva di essere i primi nel Veneto, ma piuttosto si chiede perché proprio a noi?
Di certo medici, infermieri, professionisti sanitari, non possono svolgere la loro professione come vorrebbero, dove la “cura della persona” è la loro vita, la loro missione; sono sconfortati perché i segnali erano chiari e oggi sono loro a pagare una scelta del direttore generale o forse un’imposizione della Regione Veneto?
Di certo anche il periodo scelto per dare inizio alla transizione, in pieno periodo di ferie, con i figli a casa da gestire, non è certo dei migliori, così per alimentare la tensione è arrivata ai soli infermieri e operatori sociosanitari una variazione dell’orario di servizio nel rispetto della normativa, che non trova alcun riscontro e abbiamo contestato direttamente in sede di trattativa sindacale del 27 giugno scorso.
Per quanto riguarda la formazione e preparazione ad affrontare il momento delicato, lo stesso personale ci riferisce che per aiutare l’operatività l’azienda ha fatto preparare “le video pillole”, brevi filmati illustrativi che aiutano certamente ma non sono lo strumento adeguato e sufficiente nel contesto attuale.
E per i cittadini?
Pagano sempre i più fragili, coloro che non hanno accesso alle prestazioni a pagamento e che non trovano sul territorio una risposta, per i quali l’ospedale cittadino rimane una delle ultime chance.
Questa notte al pronto soccorso di Borgo Trento i tecnici non riuscivano a risolvere “problemi tecnici”, pazienti tenuti in “ostaggio” per la mancanza del referto se ne sono andati, dopo ore di attesa, con conseguente applicazione del codice bianco e automatico pagamento del ticket; altri hanno abbandonato dopo oltre otto ore senza esser stati visitati. Insomma un black out di cui si poteva fare a meno.
Comunque, siamo confortati dalla direzione ospedaliera che in un post odierno scrive un “ringraziamento ai cittadini per la comprensione” e che i rallentamenti stanno rientrando; ma siamo sicuri di questo innovativo sistema operativo?
Non si improvvisa un cambiamento del genere su una così vasta scala com’è l’ospedale di Verona e, soprattutto, sulla pelle dei cittadini veronesi.