I° assemblea “OPERAZIONE VERITÀ”: le ragioni che hanno spinto la Uil-Fpl a non firmare il CCNL Sanità 2022/2024

Si è conclusa nella tarda serata di ieri la prima delle quattro assemblee online organizzate dalla UIL FPL Verona, dichiara Stefano Gottardi segretario Generale Uil -Fpl Verona, un incontro che ha visto una straordinaria partecipazione da parte del personale sanitario del SSN. L’assemblea di ieri, interamente dedicata alle professioni sanitarie – infermieri, ostetriche, fisioterapisti, tecnici sanitari di radiologia medica, audiometriste, dietisti, educatori professionali e molti altri – ha posto al centro del dibattito questioni cruciali per il futuro del comparto.

Durante l’incontro, Luca Molinari, responsabile Sanità Uil-Fpl Verona,  ha illustrato con passione e determinazione le ragioni che hanno spinto la Uil-Fpl a non firmare il CCNL Sanità 2022/2024. “Si tratta di una questione di scelta”, ha sottolineato Molinari, “accetti una misera mancia o hai il coraggio di dire ‘no, grazie’. Il sindacato ha il dovere di alzare l’asticella, di non accettare passivamente ciò che viene proposto, né di cedere alla tentazione di credere che ‘il prossimo sarà il vero contratto’.”

Un tema particolarmente caldo è stato quello del “merito” di questo nuovo CCNL, che, secondo Molinari, non riconosce adeguatamente il valore del lavoro pubblico. Un esempio lampante è emerso dalla simulazione “Operazione Verità”, che ha messo in luce come gli aumenti, in particolare l’indennità di pronto soccorso per gli infermieri, portano vantaggi esclusivamente solo allo Stato, a discapito dei lavoratori. “A fronte di 356 € lordi di indennità di pronto soccorso, solo 135 € netti finiscono in busta paga”, ha spiegato Molinari, mettendo in evidenza il malcontento crescente tra i professionisti del settore.

Un altro nodo cruciale sollevato durante l’assemblea riguarda l’introduzione della figura dell’assistente infermiere nel nuovo CCNL, una decisione che ha suscitato un ampio dibattito. La scelta di attribuire agli OSS il titolo di infermiere, per far fronte alla carenza di personale infermieristico, è stata fortemente criticata. “È stato demolito un sistema professionale consolidato da 30 anni. Come può un corso triennale di laurea, che forma professionisti con competenze specifiche, essere paragonato a un corso regionale per formare infermieri?” ha dichiarato Molinari, mettendo in luce non solo l’aspetto economico ma anche la questione della dignità professionale.

Dopo l’emergenza COVID, i lavoratori si aspettavano un riconoscimento concreto, ma purtroppo, la situazione è addirittura peggiorata. Questo CCNL, infatti, non prevede alcun aumento per le indennità di disagio, per il costo orario delle reperibilità o dei festivi, che sono fermi da venti anni. Non sono previsti aumenti nemmeno per le posizioni di incarico professionale o organizzativo, per il DEP (Indennità di disponibilità), né per il buono pasto, che rimane bloccato da venti anni a soli 5,16 €, il più basso dell’intero comparto pubblico.

L’attenzione ora si sposta sulle prossime assemblee:

  • il 6 febbraio alle 17.00 toccherà agli OSS
  • l’11 febbraio sempre alle 17.00 sarà la volta del personale tecnico-amministrativo
  • il 13 febbraio alle 17.00 si discuterà con i coordinatori.

Nel frattempo, l’ARAN, di fronte al crescente clamore mediatico, ha convocato le organizzazioni sindacali per il 20 febbraio alle ore 10.00.

Un incontro che potrebbe rivelarsi decisivo per sbloccare il rinnovo contrattuale.

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